Ciao, sono Francesca e sarò la tua non-insegnante di lingue

Mi chiamo Francesca Manicardi e sono un’interprete e traduttrice che per caso ha iniziato ad insegnare lingue straniere e da allora non ha più smesso. Sono una poliglotta: parlo quattro lingue – inglese, tedesco, francese e spagnolo – oltre all’italiano. Ho sempre amato le lingue straniere e studiarle per poi trasformarle in una professione è stato un processo del tutto naturale per me. Quello che non mi sarei mai aspettata era di diventare insegnante di lingue, ma credo che da qualche parte fosse tutto già scritto e questa fosse la mia strada. Ho iniziato a insegnare per caso e più andavo avanti più mi rendevo conto di quanto mi appassionasse questa professione e di come i miei studenti, in effetti, imparassero con facilità ciò che insegnavo loro. E sai perché? Perché le difficoltà che incontravano a imparare i casi del tedesco, i problemi che avevano nel pronunciare i suoni inglesi o la fatica che provavano a ricordarsi tutte le eccezioni del francese le avevo già vissute io, in prima persona, quando ero studentessa. E con il tempo avevo imparato a superare quegli ostacoli con trucchi e strategie che sono pronta e felice di condividere con i miei studenti.

Da quella prima docenza sono passati più di dieci anni, nei quali ho insegnato tedesco, inglese, francese e italiano con corsi privati, in azienda, presso associazioni culturali e scuole di lingua e scuole pubbliche a più di mille studenti tra bambini, adolescenti e adulti.
Ti va di essere il prossimo?

Perché una non-insegnante?

Perché non mi piacciono i metodi classici di insegnamento, dove gli studenti devono restare seduti composti in aula e i libri di testo non sono pensati per loro. Il mio metodo si basa sul creare un ambiente di studio e apprendimento amichevole e informale, dove “se siamo tutti d’accordo ci diamo del tu”, facciamo battute e il tempo scorre veloce, proprio come quando ci si diverte.

Mi piace mettere a proprio agio i miei studenti e creare una judgement-free zone, uno spazio in cui buttarsi e dire la propria senza sentirsi giudicati in nessun modo – senza giudizi, appunto. Perché provare e mettere in pratica la teoria, anche commettendo errori, è una preziosa opportunità per imparare e fare meglio la prossima volta.
E se te lo stai chiedendo: sono madrelingua italiana, anzi italianissima! Sono nata a Carpi, in provincia di Modena, ma mi sono sempre data da fare e ho studiato duramente per arrivare a padroneggiare l’inglese, il tedesco e il francese. Ho vissuto in Germania per un anno e poi ci ho fatto il mio Erasmus, a Bochum, oltre aver girato in altre zone della Germania, della Svizzera e dell’Austria. Ho viaggiato per la Gran Bretagna, la Scozia, l’Irlanda, l’America e in altri mille paesi dove la lingua ufficiale o la lingua franca è l’inglese. Ho viaggiato invece poco per la Francia, ma ho visitato molti Paesi dove si parla quella lingua: Marocco, Seychelles, Polinesia solo per citarne alcuni. Non ho solo girato per il mondo, anzi: negli ultimi dieci anni ho lavorato ogni singolo giorno con queste tre lingue, dividendomi tra traduzioni, interpretariati e docenze. Non pensare che non avere un’insegnante madrelingua sia uno svantaggio: una docente italiana che insegna una lingua straniera ai suoi connazionali conosce bene quali sono i tranelli nei quali cadono gli italiani e riesce ad aiutarli meglio a non commettere quegli errori!

La mia storia

Il primo incontro con l’inglese l’ho avuto a quattro anni, alla scuola materna, che per la fine degli anni ‘80 era una vera innovazione. Rimasi affascinata da come ci fossero persone che pur non parlando l’italiano riuscissero a comprendersi e stressavo i miei affinché mi insegnassero nuove parole da poter sfoggiare con i miei insegnanti. Alle medie è stato quasi automatico optare per il bilinguismo iniziando a studiare il francese e al liceo scelsi un linguistico con l’aggiunta del tedesco. Ma la mia bulimia linguistica non si era esaurita e all’università decisi di iniziare a studiare anche spagnolo e poi, in Erasmus in Germania – per complicarmi la vita – frequentai un corso di russo.

Il mio rapporto con le lingue non è sempre stato rose e fiori. Nonostante i tanti anni passati sui libri di inglese, mi sono accorta di averlo davvero imparato e di aver superato lo scoglio del parlato solo all’università, dopo vent’anni da quando una giovane insegnante inglese aveva varcato la soglia della mia classe. Con il francese è andata un po’ meglio, probabilmente perché le strutture grammaticali erano più simili alle nostre italiane. Ma con il tedesco all’inizio fu un vero disastro: alla fine del primo anno scolastico in pagella avevo un bel 4. Ricordo il trauma di quel sistema tutto diverso e complicato di pensare e parlare, la mia incapacità di memorizzare e capire il senso di quelle strutture e i risultati disastrosi che registrai. Però poi mi ripresi e dal secondo anno la mia media fu del 7. Scelsi addirittura la Germania per il mio Erasmus all’università e oltre a ricordare quel periodo come uno dei più felici e spensierati della mia vita, devo dire che mi ha lasciato tantissimo anche in termini di conoscenze linguistiche.

Nonostante da più di dieci anni l’inglese, il tedesco e il francese siano ogni giorno la base del mio lavoro, non smetto mai di tenerle allenate e aggiornate, anche la sera sul divano guardo film e serie in lingua originale – con grande gioia di mio marito – o quando leggo i quotidiani e i blog stranieri che seguo online. Perché le lingue sono vive e non si smette mai di imparare qualcosa di nuovo!

In cosa credo

In cosa credo

Credo che le differenze portino sempre un arricchimento: ogni lingua è un sistema di comunicazione diverso da tutti gli altri e ognuna racchiude al suo interno un modo diverso di ragionare, una cultura differente, un altro modo di vedere la realtà – perfino i colori! Quando spiego una regola di grammatica che si discosta di molto dal modo di pensare al quale siamo abituati cerco di anticipare i commenti “ma sono matti?” spiegando la logica o i processi secolari che si celano dietro a quella struttura e quando proprio non c’è una spiegazione evidente che possa aiutare a capirla e memorizzarla, allora faccio leva su un diverso punto di vista: quello dello straniero abituato a utilizzare quella regola così diversa dall’italiano che deve impegnarsi a ragionare come noi. E di solito funziona :)

Credo che conoscere lingue diverse dalla propria lingua madre abbia una serie infinita di vantaggi, tra cui favorire una mentalità aperta, allenare le capacità di logica e ragionamento, aumentare l’empatia e il “mettersi nei panni degli altri”, poter vedere, ascoltare e leggere fonti originali senza che qualcun altro medi per noi. Conoscere più di una lingua infatti ci permette di tenerci aggiornati su ciò che succede nel mondo – o almeno nei paesi in cui si parla quell’idioma – o guardare la nostra serie tv preferita senza dover aspettare sottotitoli e doppiaggio. Ma ci può aiutare anche a interagire e socializzare con le persone del posto durante un viaggio di piacere o di lavoro per vivere ancora più a fondo quella esperienza.

Credo che l’apprendimento delle lingue straniere debba essere accessibile a tutti, sia dal punto di vista della semplicità in cui vengono proposti i vari concetti e argomenti, che delle modalità e dei prezzi. Per questo sono nati i videocorsi!