Se ti hanno detto che l’inglese è una lingua facile e provi un senso di frustrazione perché a te, invece, risulta super difficile, mi sento di rassicurarti: è del tutto normale. In molti hanno la percezione che rispetto ad altre lingue, l’inglese sia semplice perché è entrata nella nostra vita quotidiana sbattendo la porta e ovunque ci giriamo, qualsiasi pubblicità incrociamo, troviamo almeno almeno una parola in questa lingua e il suono e la grafia delle parole ci risulta familiari. Ma questo non significa conoscere la lingua! Prima di intraprendere un percorso di studio dell’inglese quindi ti invito a leggere questo post, così sarai consapevole di ciò che ti aspetta.
Inglese e tedesco, cugini
Per demolire subito questa idea dell’inglese come lingua semplice, ti dico che è molto più vicino come struttura e formazione delle parole al tedesco rispetto all’italiano, che a sua volta è imparentato più da vicino con francese e spagnolo. Questa di solito è la mia prima lezione di ogni corso di inglese, quindi se frequenterai le mie lezioni sentirai ripetere questi concetti: sapere che inglese e tedesco hanno le stesse origini linguistiche fa affrontare lo studio di questa lingue in modo completamente diverso, un po’ meno alla leggera. Ma soprattutto questo aspetto spiega il perché della diversità rispetto all’italiano nella struttura della farse, nella morfologia delle parole. La prima regola per iniziare a studiare inglese con il piede giusto è dimenticarsi dell’italiano e sforzarsi a ragionare come la Regina Elisabetta (che ci sarà un motivo se è campata così a lungo!).
Una spina nel fianco: la pronuncia
Eccoci a uno dei tanti tasti dolenti dell’inglese: la pronuncia. Anche a questo argomento dedico molto tempo durante i miei corsi perché credo che conoscere come si articolano i suoni in una lingua sia fondamentale per poterli riprodurre, soprattutto quando si tratta di suoni che non ci appartengono e che non siamo abituati a pronunciare. Di solito ci sono alcune regole di pronuncia, anche generali, per aiutare nel formulare le parole nella lingua straniera, ma questo non avviene in inglese: l’unico modo per sapere come si pronuncia un termine è quello di memorizzarla nel momento in cui lo sentiamo. Purtroppo uno stesso gruppo di lettere può avere molti suoni diversi tra loro (ad esempio le parole che terminano con -ough) e questo è causa di grande frustrazione tra gli studenti di inglese (ci sono passata anche io eh!). Per aiutarti puoi ascoltare trasmissioni televisive o radiofoniche in lingua originale per abituarti a sentire i suoni tipici e provare a ripeterli, oppure, quando incontri una parola di cui non sai la pronuncia, puoi sfruttare uno dei tanti dizionari online che ha anche la funzionalità di farti sentire il suono delle parole, come il Cambridge Dictionary. Attenzione però…
Quale inglese?
Un altro grande problema dell’inglese è il fatto che è parlato da molte persone in giro per il mondo e ognuna di queste persone aggiunge un tocco personale alla lingua, nella pronuncia o nella costruzione della frase. Sai di cosa parlo se ti è capitato di andare in Asia e provare a comunicare in hotel in inglese: è un’impresa impossibile! A me è successo in India e in Giappone: non riuscivo a capire cosa mi dicessero le persone del posto e non riuscivo a farmi capire a mia volta; poi è arrivato mio marito, che come seconda lingua parla il dialetto modenese, e con il suo inglese sgangherato si è fatto capire e ha capito in quattro e quattr’otto (mentre a me sanguinavano le orecchie). Questo per dire che non è vero che l’inglese è universale perché a seconda di chi ci troviamo davanti dovremo adattarlo. L’esempio dell’Asia era estremo, ma pensa a quanti paesi hanno l’inglese come lingua ufficiale: si parla negli Stati Uniti, in Sudafrica, in Australia e in Canada, solo per citarne alcuni, e in ognuno di questi luoghi la pronuncia e a volte perfino la costruzione della frase e le parole sono diverse rispetto all’originale britannico. Quando ti appresti a studiare inglese, chiarisciti da subito per quale scopo ti serve la lingua e con chi andrai a parlare, perché ci potrebbero essere grandi differenze.
Nessun genere, tre generi
In inglese non c’è nessuna differenza di genere nei sostantivi e negli aggettivi, a differenza dell’italiano, ma in compenso ha ben tre generi nei pronomi possessivi, gli equivalenti di io tu egli ella noi voi essi esse, per intenderci. I pronomi inglesi infatti sono he per il maschile e she per il femminile e in più hanno una versione it di genere neutro: questo genere è quello riservato agli oggetti e alle cose inanimate e agli animali. Per noi italiani che non mettiamo quasi mai il soggetto nelle nostre frasi, e ti spiego tra poco perché, dover stabilire il genere di chi compie l’azione a volte risulta difficile: il genere maschile e quello femminile vengo utilizzati in modo logico per riferirsi rispettivamente a persone di sesso maschile o femminile. Il pronome personale it invece viene utilizzato ogni volta che l’azione è svolta da un soggetto impersonale, come ad esempio quando si parla del tempo atmosferico o dell’ora. Capisci anche da questa particolarità che prima di iniziare a studiare l’inglese dobbiamo fare uno sforzo e cambiare completamente il nostro modo di ragionare.
Coniugazione dei verbi semplificata (forse)
Ti parlavo poco sopra del fatto che in inglese è sempre obbligatorio indicare chi è il soggetto, colui o colei che compie l’azione, mentre in italiano spesso lo lasciamo sottinteso: questo è spiegato dal fatto che in italiano la coniugazione dei verbi prevede una desinenza diversa per ogni pronome personale, mentre in inglese, a parte una piccola eccezione alla terza persona singolare, le forme verbali sono tutte uguali. Va da sé che se non esprimessimo chi compie l’azione, non riusciremmo a capire chi è il soggetto della nostra frase rendendo la comunicazione complicata e incompleta.
Una parola, mille significati
In inglese capita spesso di vedere una stessa parola che a seconda dei contesti ha un significato diverso: ne sono un esempio quei termini che hanno la stessa forma in funzione di verbo o sostantivo, come flight: impiegato come verbo significa volare, con valore di sostantivo invece significa volo. Sta a noi quindi capire dal contesto – se ha un soggetto ad esempio oppure se è accompagnato da un articolo – di quale parola si tratta.
Un altro esempio di parole che possono avere moltissimi significati, sono ad esempio i verbi to set e to get: prova a cercarli sul dizionario, cartaceo o digitale, e vedrai in quanti modi diversi possono essere tradotti in italiano!
La ricchezza semantica
I termini inglesi hanno inoltre una concentrazione di significato maggiore rispetto all’italiano: questo significa che spesso per rendere una parola nella nostra lingua sono necessari più termini se non addirittura intere frasi. Ad esempio l’espressione cute aggression indica l’irrefrenabile voglia di abbracciare molto forte qualcosa o qualcuno che è irresistibile, come può essere un cucciolo: tutta questa pappardella in inglese è espressa da sole due parole!
Questa particolarità, che molto spesso mettono a dura prova gli studenti di inglesi, mostrano il lato interessante di questa lingua, che ci costringe a ragionare in modo diverso al quale siamo abituati e ci apre a un mondo completamente nuovo. Non è venuta voglia anche a te di cambiare prospettiva? I prossimi corsi iniziano a novembre!