[Questo post è apparso per la prima volta sul sito www.punto-f.com/it/blog il 24/9/2020]

Ok, d’accordo, a primo impatto i suoni duri e gutturali della lingua tedesca fanno un po’ paura rispetto a quelli più melodici dello spagnolo, ma ti assicuro che le difficoltà della prima sono molte meno rispetto alla seconda. Ti va di scoprire i pro e i contro del tedesco?

I contro del tedesco

Partiamo dalle notizie cattive, così poi ci risolleviamo il morale: il tedesco fa parte delle lingue germaniche e se ci immaginiamo le lingue rappresentate come un albero, questa categoria è una ramificazione completamente diversa rispetto a quella delle lingue neo-romane di cui fa parte lo spagnolo (e l’italiano). Va da sé che le differenze tra questi due sistemi linguistici siano due mondi, anzi, due universi separati: nella morfologia (formazione delle parole), nella grammatica nella pronuncia.

Se nello spagnolo intuiamo i significati delle varie parole perché la radice è molto simile a quella della nostra lingua madre, questo non è certo il caso del tedesco. Tuttavia ci sono alcune eccezioni: per alcuni termini, soprattutto nei settori dell’arte, della filosofia e della letteratura, esistono la versione di origine germanica, quindi di difficile intuizione per noi italiani, e la versione di derivazione latina, dalla quale riusciamo a intravedere un barlume di luce in fondo al tunnel della comprensione. Ne è un esempio la traduzione di campanile, che in tedesco si può dire sia Glockenturm (letteralmente torre, Turm, delle campane, Glocken) che Kampanile.

Anche la grammatica e la costruzione delle frasi in tedesco è molto differente rispetto allo spagnolo: nel primo caso esistono regole che vengono rispettate pedissequamente (e vedremo più avanti che questo è un enorme vantaggio!), nel secondo regnano maggiormente le irregolarità, come in italiano. Questo in un primo momento può spaesare e rendere difficile la costruzione di frasi anche semplici dopo poco tempo di studio, e quindi fare propendere per la scelta dello spagnolo come nuova lingua di studio. Ma aspetta ancora un attimo prima di prendere la tua decisione definitiva!

Anche la pronuncia, come accennavo all’inizio, può sembrare più difficile di quella spagnola: i suoni sono duri – “sembrano sempre incavolati quando parlano i tedeschi!” – e spesso la somma di diverse lettere crea pronunce alle quali non siamo abituati (come nel caso del suono <ch>, che assomiglia a quello dei gatti quando soffiano). Anche in questo caso però, a parte alcuni dittonghi, la maggior parte delle parole si legge esattamente come si scrive – e quindi, ecco di nuovo un punto sfavorevole che si trasforma in positivo!

I pro del tedesco

E qui viene il bello, perché ce ne sono un sacco!

  1. La grammatica tedesca: dicevo prima che è molto diversa da quella italiana e delle lingue cugine (spagnolo e francese), ma questa è una cosa molto positiva! Il tedesco è governato da poche regole che si ripetono in diverse situazioni – penso alla declinazione: si ripete praticamente uguale per articoli, aggettivi e tutto il resto che si può declinare -, le eccezioni sono rarissime: l’esatto opposto dell’italiano! Pensa ai poveri tedeschi che vogliono studiare la nostra lingua: per loro è un incubo doversi ricordare tutte le eccezioni, senza la minima logica.
  2. Pronuncia: lo dicevo più sopra, in tedesco si legge – quasi sempre – esattamente come è scritto, e anche se è cugina dell’inglese, non ha niente a che vedere con la mancanza di regole di pronuncia di quest’ultima! Anche in quest’ambito regna la logica, i vari suoni si sommano senza troppi scossoni.
  3. Morfologia: spesso parole dal diverso valore grammaticale – sostantivi, verbi, aggettivi o avverbi – hanno una base comune, chiamata radice. Se la conosci, puoi arrivare facilmente a definire il significato di quel termine anche se è la prima volta che incontri.
  4. Parole composte: dico sempre che lo sport preferito del tedesco è assemblare più termini – anche cinque! – per creare parole composte. Il risultato sono vocaboli lunghi quanto una riga che fanno sussultare, ma la realtà è che, di nuovo, entra in gioco la logica: se si ha un vocabolario di base, si può ricostruire il significato della parola composta “smontandola” in singoli vocaboli e sommando ogni significato. L’unica accortezza è che bisogna partire dalla fine, ma questa è un’altra storia.
  5. Verbi: questa categoria è il mio cavallo di battaglia quando spiego in cosa il tedesco è semplice. Questa lingua ha un’unica coniugazione e, a differenza dell’inglese, ogni persona ha una desinenza specifica da applicare alla radice del verbo e queste desinenze restano uguali per tutti i tempi. In più esistono meno tempi e modi rispetto all’italiano, quindi meno coniugazioni da dover imparare! In spagnolo invece esiste un tempo verbale in più che non si capisce mai come e quando usare…
  6. Last but not least: è una lingua basata sulla logica e questo è il vantaggio numero uno! Dico sempre che il tedesco è matematica applicata alle lettere, perché proprio come le somme dei numeri, anche qui la somma di certe condizioni può dare sempre solo un risultato. Non avrai quindi bisogno di imparare a memoria regole di grammatica – come tocca fare invece in italiano, francese o spagnolo a causa delle mille irregolarità -, ma ti basterà memorizzare qualche concetto di base e applicare poi la logica al resto. Una bella comodità, no?

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